Tutti i possessori di computer Amiga avranno sentito parlare di questo strano optional; il genlock.
Chi, appassionato di Home Video e di riprese televisive, prima o poi ha espresso il desiderio di creare dei titoli in sovrimpressione alle sue produzioni video.
Questa scheda, o scatola esterna, si installava sul computer e permetteva, con pochi gesti, di “bucare” un colore della palette del computer rendendolo trasparente.
Per farmi capire meglio, immaginate una schermata con un titolo su di un fondo creato con un determinato colore, che il computer andava a sostituire con l’immagine televisiva in ingresso, ottenendo in uscita un titolo perfettamente in sovrimpressione. Naturalmente esisteva la possibilità di pilotare il genlock in 3 modalità diverse, solitamente tramite un commutatore a 3 posizioni.
– La prima forniva in uscita il segnale video uguale a quello in ingresso.
– La seconda posizione creava la sovrimpressione della computer grafica al segnale video.
– La terza posizione forniva la sola schermata grafica del computer.
Mentre i genlock più elaborati avevano anche una manopola che dosava questa miscelazione rendendo possibile la dissolvenza di un segnale sull’altro.
Si parlava spesso di computer Amiga, perché questi computer avevano un’uscita video già compatibile con i sistemi televisivi PAL, o meglio aveva le stesse frequenze di un segnale televisivo standard. Quindi diventava relativamente semplice sincronizzare il segnale video d’ingresso con la grafica generata dal computer.
Con I PC e i Macintosh la cosa si complicava un pochino appunto per l’incompatibilità delle due sorgenti video.
Era poi il software di titolazione che permetteva qualsiasi estro del regista: Era possibile fare dei titoli in scroll, creare delle sagome particolari, quale per esempio un buco della serratura, dove la parte interna della serratura era appunto l’immagine televisiva forata, e tanto altro ancora!
I genlock erano oggetti per tutti i portafogli, dai meno sofisticati che si installavano direttamente sulla presa di uscita del monitor, ai più sofisticati, e pure i più costosi, che erano delle schede interne collegate a dei remote esterni che apparivano come un banco di miscelazione vero e proprio (Mixer Video).
Vedi demo del VideoToaster, il genlock più sofisticato mai creato per un computer: