Sembrano due parolacce, ma chi “mastica” un poco di informatica capisce bene cosa sono!
Il termine inglese BUG, identifica in informatica un errore nella scrittura del codice sorgente di un programma software. In certi casi, i bug in un programma possono essere particolarmente gravi, fino al punto di rendere vulnerabile ad attacchi informatici anche il computer che ospita il software.
L’uso del termine BUG, che in inglese indica genericamente un piccolo insetto, è legato ad un curioso aneddoto risalente ai tempi pionieristici dell’informatica: il 9 settembre 1947 il tenente Grace Hopper ed il suo gruppo stavano cercando la causa del malfunzionamento di un computer Mark II quando, con stupore, si accorsero che una falena si era incastrata tra i circuiti. Dopo aver rimosso l’insetto, il tenente incollò la falena rimossa sul registro del computer e annotò: «1545. Relay #70 Panel F (moth) in relay. First actual case of bug being found».
Da allora, quando troviamo un malfunzionamento in un software ci è naturale dire che c’è un BUG, o in italiano un BACO !
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Lo SPAM, invece è l’invio anche verso indirizzi generici, non verificati o sconosciuti, di messaggi ripetuti ad alta frequenza o a carattere di monotematicità tale da renderli indesiderati (generalmente commerciali o offensivi) ed è noto anche come posta spazzatura. E’ un termine molto comune in Internet, attraverso messaggi di posta elettronica, chat, tag board, forum, Facebook e altri servizi di rete sociale.
Il termine SPAM trae origine da uno sketch comico del Monty Python’s Flying Circus trasmesso il 15 dicembre 1970: in un locale surrealmente pieno di vichinghi chini sui piatti, una cameriera recita a due avventori calati dall’alto un menù di pietanze, intercalandovi in maniera assurdamente ripetitiva il termine “SPAM”, marchio di carne in scatola prodotto dalla americana Hormel Foods Corp., a sua volta contrazione di spiced ham, cioè “prosciutto speziato”. Man mano che lo sketch avanza, l’insistenza della cameriera nel proporre piatti con Spam («uova e Spam, salsicce e Spam, Spam, uova e Spam, Spam Spam, pancetta e Spam» e così via) si contrappone alla riluttanza del cliente per questo alimento, il tutto in un crescendo di un coro inneggiante allo Spam da parte dei vichinghi seduti nel locale.
Per effetto del successo di tale satira – probabilmente basata sul fatto che quella carne in scatola costituì l’unico cibo nutriente disponibile in Inghilterra durante la Seconda guerra mondiale – il termine SPAM ha indicato qualcosa di inevitabilmente onnipresente. Solo molti anni dopo, in seguito alla nascita del primo messaggio commerciale indesiderato a diffusione massiva, ha indicato i messaggi indesiderati, inviati massivamente a destinatari non consenzienti.
Si ritiene che il primo spam via email della storia sia stato inviato il 1º maggio 1978 dalla DEC, al fine di pubblicizzare un nuovo prodotto, e inviato a tutti i destinatari ARPAnet della costa ovest degli Stati Uniti, ossia ad alcune centinaia di persone.
Curiosità simpatiche che appartengono alla vita “informatica” di tutti i giorni, ma che pochi sanno veramente da dove sono sbucate fuori!