Se apriamo oggi il nostro personal computer per espandere la memoria, notiamo che le memorie sono degli integrati (RAM) saldate, nella stragrande maggioranza, su delle piccoli circuiti stampati che si alloggiano senza fatica sulla scheda madre.
In informatica la memoria RAM è l’acronimo inglese di Random Access Memory, o meglio, una memoria ad accesso casuale.
E’ un tipo di memoria che permette l’accesso diretto e rapido ai dati in essa contenuti.
Questa tipologia di memoria serve al processore per mantenere i dati che sta elaborando: è quindi usata come una sorta di lavagna, dove vengono scritte le istruzioni che servono durante una elaborazione, istruzioni che vengono immediatamente cancellate quando l’elaborazione è terminata.
ATTENZIONE: Spesso si crea confusione tra la memoria e il disco fisso (hard disk). Mentre la memoria è ciò che ho descritto poco fa, il disco fisso invece può essere paragonato ad un grande contenitore dove noi andiamo ad archiviare i nostri dati.
Prima dell’hard disk venivano utilizzati i floppy e prima ancora i nastri magnetici, le schede perforate o i nastri perforati.
Ma a quel tempo, cioè negli anni antecedenti al 1970, come avremmo riconosciuto le memorie?
Gli integrati si erano appena affacciati sperimentalmente mentre le memorie sembravano uno strano intreccio di fili tessuti su di un telaio di plastica.
Sui quattro lati del telaio i fili del tessuto venivano collegati a singoli morsetti metallici. Negli incontri tra ordito e trama erano inseriti degli anellini di ferrite. La magnetizzazione si effettuata con il passaggio di un mezzo potenziale elettrico sull’ordito e di mezzo sulla trama, in maniera da ottenere un potenziale adeguato all’incrocio dei due fili. In tal modo si predisponeva l’informazione a 1 (se magnetizzato), o a zero (se non magnetizzato).
Un terzo filo disposto diagonalmente chiamato “wire” leggeva lo stato di magnetizzazione degli anellini che attraversava inviando le informazioni all’unità di calcolo.
Pensate che ogni anello corrispondeva ad un solo bit, quindi queste memorie erano gigantesche e costose.
Si racconta che venivano abilmente tessute da mani femminili appunto per la complessità della trama.
Possiamo dire che a quei tempi le informazioni erano quasi visibili, pensate per esempio ai buchi delle schede perforate, dove il buco indicava l’informazione (cioè 1) e l’assenza del buco la mancanza di informazione (cioè 0).
Anche osservando queste memorie ci si rendeva conto da quanti bit era composta.