1646-1716
Gottfried Wilhelm von Leibniz, latinizzato in Leibnitius, e talvolta italianizzato in Leibnizio; tedesco e francese desueto Leibnitz; Lipsia, 1º luglio 1646 – Hannover, 14 novembre 1716) è stato un matematico, filosofo, scienziato, logico, glottoteta, diplomatico, giurista, storico, magistrato tedesco di origine soraba.
A lui si deve il termine “funzione” (utilizzato per la prima volta in un testo a stampa nel 1692) che egli usò per individuare le proprietà di una curva, tra cui l’andamento, la pendenza e la perpendicolare in un punto, la corda. A Leibniz, assieme a Isaac Newton, vengono generalmente attribuiti l’introduzione e i primi sviluppi del calcolo infinitesimale, in particolare il concetto di integrale, per il quale si usano ancora oggi molte sue notazioni. Fondamentale anche nella definizione di differenziale, Leibniz riorganizzò la matematica del ‘600 e non solo, tanto da essere considerato tra i più grandi matematici di tutti i tempi.
È considerato il precursore dell’informatica, della neuroinformatica e del calcolo automatico: fu inventore di una calcolatrice meccanica detta Macchina di Leibniz; inoltre alcuni ambiti della sua filosofia aprirono numerosi spiragli sulla dimensione dell’inconscio che solo nel XX secolo, con Sigmund Freud si tenterà di esplorare. Leibniz è uno dei massimi esponenti del pensiero occidentale, nonché una delle poche figure di “genio universale”; la sua applicazione intellettuale a pressoché tutte le discipline del sapere, ne rende l’opera vastissima e studiata ancor oggi trasversalmente.
la sua più grande invenzione fu quella della rappresentazione binaria dei numeri (0 e 1). Purtroppo però essa cadde nel vuoto e solo nel 1847 verrà riscoperta, grazie al matematico inglese C. Boole, che aprirà l’orizzonte alle grandi scuole di logica matematica del ‘900 e soprattutto alla nascita del calcolatore elettronico.