Nel 1977 Olivetti commercializza il P6040, un “personal minicomputer” da tavolo. La macchina, estremamente compatta, è dotata di un nuovo dispositivo di archiviazione, un piccolo floppy che Olivetti chiama “Minidisk“. Sia il drive che il nuovo supporto sono di dimensioni estremamente compatte. Il “minidisco” (così viene chiamato nella documentazione in italiano) è un piccolo floppy flessibile in mylar dal diametro di 6.5 cm, privo di ogni custodia di protezione.
Il sistema di registrazione era la stessa di quelle usate da un dispositivo di memorizzazione a nastro magnetico, solo che il percorso di memorizzazione invece di essere lungo il nastro era disposto a spirale su un disco.
E’ un metodo di memorizzazione brevettato da Olivetti che non consentiva l’accesso casuale dei dati contenuti, ma bensì in sequenziale proprio come nei lettori a nastro. E’ facile supporre che per sostituire i dati presenti sul dischetto, quest’ultimi dovevano essere interamente riscritti. Era una limitazione poco invalidante, in quanto avendo una capacità di soli 3Kb, la velocità di riscrittura era del tutto irrilevante. Per scrivere l’intero dischetto, l’unità P6040 della Olivetti aveva bisogno da 6 a 11,5 secondi.
la scheda di controllo dell’unità era del tutto simile ai sistemi economici dei lettori a nastro, quindi l’interfacciamento era sicuramente più semplice di un normale floppy e quindi più vantaggioso.